Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 nascevano dei piccoli pupazzetti che avrebbero avuto un successo strepitoso tra le bambine. All’interno di piccole scatoline di cartone, quasi come dei piccoli contorsionisti, erano rinchiusi i Fiammiferini, bambolotti che prendevano il nome proprio dalla confezione che li conteneva e che ricordava il classico contenitore dei cerini.
Il corpo era fatto di stoffa e conteneva numerose piccole sfere di un materiale simile alla plastica che permettevano di fargli assumere la posizione che si desiderava e di trasformarli talvolta in minuscoli scacciapensieri. Il volto invece era in plastica e dipinto a mano. La loro particolare dimensione permetteva di portarli sempre con sé in qualsiasi momento e addirittura grazie all’asola posta sul cappellino ogni pupazzo poteva trasformarsi in un simpatico portachiavi. Ogni Fiammiferino era diverso dall’altro per colori e vestitini. Successivamente vennero introdotti anche specifici accessori come la culla, il dondolo o l’altalena.
I giochini erano tanto amati dalle bambine quanto torturati dai loro fratelli che si divertivano a distruggerne i corpicini di stoffa per rivelarne il contenuto.
Fu la Gig a introdurli sul mercato. L’azienda, famosa per essere una delle più forti per quanto riguarda la produzione di giocattoli, rivoluzionò il formato standard dei soliti bambolotti prodotti in passato per fare spazio al formato mignon.
Sembra che ancora oggi circolino delle versioni dei teneri pupazzetti e addirittura c’è chi li colleziona. Voi siete tra questi?