Ricorre oggi l’anniversario della morte di Édith Giovanna Gassion, in arte Édith Piaf (in argot parigino Passerotto), una delle più grandi voci della Francia.
Nasce nel 1915 da una famiglia di umili origini e vive la sua infanzia tra le strade di Parigi e il bordello di proprietà della nonna in uno stato di totale abbandono. A 17 anni dà alla luce la sua bambina Marcelle che morirà poi a soli 18 mesi. Trova la strada del successo da giovanissima grazie a Raymond Asso, noto impresario dell’epoca. Nel 1935 il suo debutto. Fin dagli esordi però non viene vista di buon occhio, soprattutto in America, a causa del suo aspetto poco curato e dimesso che non rende grazie alla sua meravigliosa voce da usignolo.
A seguito della morte del suo terzo marito, il pugile Marcel Cerdan, la Piaf vive un periodo di profonda crisi e sconforto che la porterà a dar vita a uno dei suoi successi mondiali Non, je ne regrette rien.
La sua vita turbolenta e drammatica non ha mai piegato il suo carattere forte e appassionato. Muore a causa di un cancro al fegato nel 1963. Le sue spoglie riposano al Père Lachaise, il famoso cimitero parigino.
La vie en rose è il brano che la conferma icona della musica anni ’60. Il titolo rimanda all’espressione francese voir la vie en rose che può essere tradotta come “vedere la vita rosa”, cioè essere ottimisti e pensare positivo. Il testo infatti è un inno alla fede nell’amore e all’ottimismo costante. La Vie en rose è anche il titolo del film-tributo alla vita della cantante e alle sue opere magistrali. Interpretato dalla superba Marion Cotillard, la pellicola è uscita nel 2007.
Ecco un breve trailer del lungometraggio.