Correva l’anno 1983 quando vide la luce per la prima volta il più celebre brano dei The Police, custodito nel loro quinto – ed ultimo – album Synchronicity.
Every Breath You Take è una ballata pop rock dalle sfumature new wave, considerata dai più uno dei grandi pezzi romantici da dedicare alla propria metà, ma a un ascolto più profondo risulta tutt’altro che romantica. Nel comporla, infatti, l’autore Sting è stato profondamente influenzato dal divorzio che stava affrontando: la canzone parla di un amore possessivo, di una gelosia che controlla ogni respiro, ogni mossa che fa l’altro. Un po’ angosciante.
È Sting stesso che lo ammette mentre racconta come sia nato il brano: “Mi svegliai in piena notte con quella frase in testa, mi misi al piano e in mezz’ora la scrissi. La musica in sé è generica, come se ne sentono centinaia di altre, ma il testo è interessante. Suona come una confortante canzone d’amore. Al tempo non avevo compreso quanto fosse sinistra. Probabilmente stavo pensando al Grande Fratello, sorveglianza e controllo“.
Anche lui, quindi, non si era accorto in un primo momento quanto fossero sinistre le parole che stava mettendo su carta. Solo dopo inizia a realizzare che si tratta effettivamente di una canzone cupa, che parla di controllo, sorveglianza, gelosia possessiva. Ad ogni modo, questo non le ha impedito di segnare in modo netto il suo anno di nascita, conquistandone le classifiche per ben otto settimane consecutive e divenendone il singolo più venduto. Every Breath You Take, inoltre, ha fatto guadagnare al proprio padre il Grammy Award alla canzone dell’anno nel 1984.
La canzone rimane una delle perle più belle della storia dei Police e di tutta la produzione musicale che abbiamo avuto fino ad oggi, tanto che ha guadagnato l’84esimo posto nella lista delle 500 migliori canzoni secondo Rolling Stone. Tutti la conoscono e tutti continuano a cantarla e a dedicarla alla persona amata, a prescindere a quale generazione appartenga. Un evergreen come solo gli anni ’70 e ’80 sono riusciti a produrre.
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Numerose, infatti, sono state le cover che a distanza di anni sono state fatte del brano, tra cui citiamo l’interpretazione polka di Weird Al Yankovic (1984), la cover dei Millencolin (1995), la reinterpretazione di Puff Daddy e Faith Evans in I’ll Be Missing You (1997), quella degli UB40 (2004, per il film 50 volte il primo bacio), quella dei Copeland (2005) e quella dei Trading Yesterday (2005).
Anche lo stesso Sting ne ha proposte varie versioni, reinterpretandola nel 1994 come Every Bomb You Make, inserita nel programma satirico inglese Spitting Image (quello che era il nostro Gommapiuma) e nella quale il verso è stato modificato in “We’ll be watching you”, riferendolo ai capi del G8. Nel 1997, invece, Sting e Puff Daddy la hanno proposta agli MTV Video Music Awards dedicandola alla Principessa Diana, scomparsa ne tristemente celebre incidente automobilistico appena cinque giorni prima.
Cogliamo l’occasione per fare i nostri auguri al grandissimo Sting, che festeggia i suoi – incredibilmente – 66 anni oggi, 2 ottobre 2017: buon compleanno!